cervello e musica

Cervello e Musica

Tutti noi abbiamo avuto modo di sperimentare come la musica influenzi il nostro umore, come abbia effetti rilassanti o eccitanti sulla nostra psiche e sul nostro corpo.

Sono infatti numerose le sperimentazioni cliniche che negli ultimi anni hanno dimostrato l’influenza della musica e del suono vocale sull’attività cerebrale. Questi studi si avvalgono dell’uso dell’imaging funzionale, ovvero del monitoraggio del flusso sanguigno nelle varie aree del cervello, al fine di individuare i circuiti neuronali attivati dal suono.

Vogliamo riferirci in particolare agli ultimi studi condotti sulla relazione tra musica e neurologia, ovvero sulle proprietà neuroriabilitative che un brano musicale può avere nel caso di vari tipi di disturbo neurologico. Tali studi si basano sia sulla produzione attiva della musica, quando cioè la musica viene suonata dal paziente, sia sull’ascolto passivo, quando cioè le armonie vengono ascoltate e non suonate direttamente dalla persona.

A tale riguardo, uno studio pubblicato sul Journal of Neurology, ha confrontato i miglioramenti conseguenti a una terapia riabilitativa con o senza musica in quaranta pazienti con disturbi neurologici.

Sono stati esaminati due campioni di venti pazienti con gli stessi problemi neuroriabilitativi agli arti superiori: mentre il primo gruppo è stato sottoposto solamente alla terapia convenzionale, il secondo gruppo ha ricevuto anche una terapia adiuvante, ovvero gli è stato chiesto di suonare uno strumento (come una tastiera o una batteria) per le tre settimane della riabilitazione.

I risultati della ricerca hanno confermato gli effetti benefici della musica sulla mente e, conseguentemente, sul corpo: dopo tre settimane, il secondo gruppo godeva di notevoli miglioramenti agli arti. I progressi, che riguardavano la precisione, la velocità e la leggerezza del movimento, erano stati testati con un sistema chiamato “Zebris” che non lascia spazio ad approssimazioni, essendo una trasposizione analitica computerizzata.

Dai risultati di questa ricerca, gli autori concludono sostenendo l’efficacia della musica sul nostro corpo, in quanto, plasmando il cervello, lo aiuta a ritrovare la memoria e quindi a recuperare più facilmente capacità andate perdute.

Ricerche simili sono state fatte anche con pazienti che soffrono di depressione, in cui la musica melodica, riequilibrando lo sbilanciamento bioelettrico nelle aree frontali cerebrali (caratteristica di questo disturbo), porti il paziente a un’attenuazione del malessere psichico.

Secondo gli studiosi, la musica potrebbe attivare le aree cerebrali coinvolte nella regolazione delle emozioni e influenzare l’attivazione delle aree cerebrali deputate alle così dette “ricompense positive”, cioè in grado di produrre intense e gradevoli sensazioni psico-fisiche.

In sintesi, il meccanismo che consentirebbe alla musica di avere un potere riabilitativo sulla mente e sul corpo, risiederebbe nella sua capacità di influenzare la plasticità neuronale (sviluppo e rigenerazione delle connessioni neuronali) e di suscitare emozioni positive.

In oltre, certi tipi di musica, avrebbero un effetto rilassante sul sistema nervoso, favorendo la diminuzione di cortisolo (l’ormone dello stress) e aumentando la secrezione di endorfine, sostanze endogene con proprietà analgesiche.

La musica di tipo melodico, quindi, può apportare diversi benefici alla persona, partendo da un generico rilassamento, fino ad un vero e proprio aiuto a livello mnemonico e umorale. La musicoterapia può diventare un’ ottima alleata per le terapie riabilitative e per le psicoterapie, favorendo l’integrazione fisica, psicologica ed emotiva.

 

Dott. Cosimo Santi, Psicologo e Psicoterapeuta.
www.cosimosanti.com